📸 Tutti influencer, nessun viaggiatore
Come Instagram ha cambiato le mete (e il modo di scoprirle)
Un tempo si viaggiava per vedere.
Oggi si viaggia per farsi vedere.
Instagram ha rivoluzionato il mondo dei viaggi — e non sempre in meglio. Ha trasformato il concetto stesso di destinazione: non si sceglie più dove andare, ma cosa postare. Le città non sono più esperienze da vivere, ma fondali perfetti per il feed.
Hai mai visto qualcuno a Positano senza il cappello di paglia e il vestito bianco?
O qualcuno agli Uffizi che guarda davvero i quadri?
🌅 L’estetica prima dell’esperienza
La conseguenza è semplice: tutti vanno negli stessi posti, fanno le stesse foto, negli stessi angoli, con gli stessi hashtag.
E così luoghi autentici diventano set temporanei, e le mete meno “instagrammabili” restano vuote.
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📍Il molo di Hallstatt in Austria è talmente affollato di cavalletti che gli abitanti hanno chiesto di limitare gli ingressi.
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📍A Santorini, il punto esatto da cui si scatta “la foto del tramonto perfetta” è sorvegliato da chi controlla… la fila.
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📍A Roma, anche il Colosseo ormai ha una “visuale consigliata per i reel”, come se fosse un prodotto.
Tutto questo non è viaggio. È marketing.
🧘♀️ Il caso Bali: paradiso o palcoscenico?
Bali è l’esempio più evidente del paradosso: venduta come meta spirituale, wild e naturale, è oggi uno dei luoghi più costruiti per l’estetica digitale.
Il turista non cerca più il contatto con la cultura locale, ma il famigerato scatto sull’altalena gigante, la foto nella piscina a sfioro o il brunch tropicale servito su un vassoio galleggiante.
Nel frattempo, la popolazione locale affronta un caro vita impazzito, interi villaggi sono stati trasformati in resort senza accesso per i residenti, e i templi balinesi sono ormai tappe da TikTok.
La domanda è: stiamo cercando una connessione… o solo connessioni WiFi?
🔁 Tutti fanno lo stesso viaggio
La ricerca del contenuto perfetto ha appiattito il modo in cui ci muoviamo:
le stesse foto → negli stessi luoghi → postate da milioni di persone.
Il risultato? Le città si trasformano in tappe di una checklist estetica.
E chi cerca qualcosa di diverso viene considerato “fuori rotta”, quando in realtà è l’unico ad avere ancora una bussola.
La diversità dell’esperienza si è sacrificata sull’altare della riconoscibilità.
E chi non posta… esiste davvero?
💥 Viaggiare per davvero è un atto di disobbedienza
Oggi viaggiare con spontaneità, senza un set fotografico in testa, è diventato un gesto quasi ribelle.
Partire all’ultimo minuto, seguire l’intuito, finire in un paesino sconosciuto, senza campo e senza location taggata…
è forse il modo più autentico per ritrovare il senso del viaggio.
E se proprio vuoi scattare una foto, almeno fallo dopo aver guardato con gli occhi, non col filtro.
✈️ Quiroom è dalla parte dei viaggiatori
Noi non vendiamo sogni in 4K, vendiamo hotel veri per fughe vere.
Crediamo nei viaggi improvvisi, nelle sorprese, nelle mete che non finiscono nei reel, ma nella memoria.
Nel decidere all’ultimo, nel non sapere esattamente cosa succederà. Perché lì, proprio lì, succede il viaggio.
📲 Contattaci su WhatsApp se vuoi partire senza copione.
Ti troviamo l’occasione giusta, anche quando non l’avevi nemmeno prevista.