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Tassa di Soggiorno: Un Contributo Giusto o un Furto Legalizzato?

Luca Benassi

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Pubblicato il 25/03/2025

Tassa di Soggiorno: Un Contributo Giusto o un Furto Legalizzato?

Ogni viaggiatore ha sperimentato quel piccolo extra in fondo alla fattura dell'hotel o dell'appartamento: la tassa di soggiorno. Un tributo spesso ignorato fino al momento del pagamento, ma che incide silenziosamente sul costo del viaggio.
Ma da dove nasce questa imposta? E soprattutto, viene davvero usata per migliorare i servizi pubblici, o finisce in un pozzo senza fondo di burocrazia e sprechi?

Le Origini della Tassa di Soggiorno

La tassa di soggiorno ha radici antiche. Già nell'Impero Romano esistevano imposte per chi attraversava determinate province. Nel Medioevo, alcune città applicavano tariffe ai mercanti forestieri per contribuire alla manutenzione delle mura cittadine.

Tuttavia, la moderna tassa di soggiorno nasce nel XX secolo, in particolare in Europa, con l’obiettivo dichiarato di finanziare le infrastrutture turistiche e migliorare l’accoglienza.
Obiettivo che, in molti casi, sembra ormai solo una scusa per far cassa.

Diffusione e Differenze nel Mondo

Oggi la tassa di soggiorno è applicata in molte parti del mondo, ma con modalità molto diverse:

  • Italia: Varia da città a città e può arrivare fino a 7,50 euro per notte a Roma e Venezia.

  • Francia: La "taxe de séjour" dipende dal tipo di alloggio e dalla località, con Parigi che applica tariffe superiori ai 5 euro.

  • Germania: Alcune città hanno la "Kulturförderabgabe", spesso chiamata anche "tassa sul letto", generalmente attorno al 5% del costo del pernottamento.

  • USA: Le "lodging taxes" possono superare il 10% e spesso si sommano ad altre imposte locali.

  • Giappone: A Tokyo, chi soggiorna in hotel di lusso paga una tassa modesta (fino a 200 yen, circa 1,50 euro).

In alcuni casi, la tassa di soggiorno viene applicata anche ai crocieristi, come avviene a Venezia, dove chi sbarca per poche ore deve comunque pagare un contributo.
Peccato che i servizi pubblici spesso non migliorano, anzi!

Ma Dove Finiscono i Soldi?

Qui viene il bello: teoricamente, le entrate della tassa di soggiorno dovrebbero servire a migliorare i servizi per i turisti, come trasporti, pulizia urbana e promozione culturale.
In realtà, molte amministrazioni comunali usano questi fondi per tappare buchi di bilancio.

A Roma, ad esempio, si è spesso discusso sull’uso opaco di queste entrate, mentre a Firenze parte della tassa è stata destinata alla manutenzione delle strade.
Ma il turista se ne accorge? Troppo spesso no, perché i marciapiedi restano rotti, i trasporti inefficienti e la pulizia latita.
Allora a cosa serve davvero questa imposta?

Aumenti in Vista?

Molti governi locali vedono nella tassa di soggiorno un’opportunità per raccogliere risorse senza toccare le imposte generali.
Dopo la pandemia, diverse città hanno aumentato le tariffe per compensare le perdite subite.

Il rischio?
Che diventi una tassa sempre più alta e ingiustificata, allontanando i turisti low-cost e penalizzando i viaggiatori abituali.
E magari, con la scusa dell’"overtourism", si giustifica qualsiasi rincaro, mentre i servizi restano gli stessi o peggiorano.

Follie Fiscali: Il Caso di Miami Beach

Se pensi che le tasse di soggiorno in Europa siano alte, aspetta di scoprire cosa succede in alcune città degli Stati Uniti.
A Miami Beach, la "Resort Tax" può arrivare fino al 14% del costo totale del soggiorno!

Questa imposta, destinata teoricamente a finanziare eventi culturali e migliorare l'esperienza turistica, finisce spesso per rendere proibitive anche le opzioni di alloggio più economiche.
Ma non basta.
Oltre alla "Resort Tax", i turisti devono affrontare altre imposte locali, spesso poco trasparenti.
Tasse su tasse che si accumulano fino a far lievitare il costo della vacanza in modo spropositato.

L'Ipocrisia della Tassa di Soggiorno

Un aspetto che fa riflettere è la disparità con cui viene applicata questa tassa.
Mentre i turisti vengono tassati senza appello, grandi catene alberghiere e piattaforme di affitti brevi spesso riescono a negoziare condizioni più favorevoli o a diluire l’impatto fiscale.

Inoltre, molte città tollerano strutture abusive che non versano un centesimo, lasciando che a pagare siano solo i viaggiatori che scelgono soluzioni regolari.
Un altro paradosso?
Alcune destinazioni di lusso, dove il turismo genera profitti enormi, applicano tariffe irrisorie o addirittura esenzioni per determinati eventi o categorie di visitatori.

Così, chi viaggia con budget ridotti finisce per pagare il prezzo più alto, mentre chi può permettersi soggiorni esclusivi spesso beneficia di vantaggi fiscali non disponibili per tutti.

Conclusione: Giusto Oneroso o Tassa Mascherata?

La tassa di soggiorno può essere uno strumento utile se usata correttamente, ma spesso si trasforma in un peso aggiuntivo senza un reale beneficio per i viaggiatori.
In molti casi, più che un contributo giusto, sembra una tassa mascherata, un modo subdolo per sottrarre denaro ai visitatori senza offrire nulla in cambio.

Forse sarebbe il caso di rendere più trasparente il suo utilizzo, garantendo che ogni centesimo venga investito in miglioramenti concreti.
Oppure, smascherare definitivamente questa farsa e chiamarla per quello che è:
Un'altra imposta assurda.


E tu, la pagheresti volentieri sapendo esattamente dove vanno a finire i tuoi soldi?

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